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Eventi Auditorium San Dionigi di Vigevano - ricerca

413 eventi presenti

21/9/2013 - ore 21:00 - Auditorium San Dionigi di Vigevano

“Don Comelli. Voci, ricordi e testimonianze dieci anni dopo”

“Don Comelli. Voci, ricordi e testimonianze dieci anni dopo”

Presentazione del libro di Cesare Vietti

Interverranno l'autore Cesare Vietti, la presidente della Fondazione “Don Tarcisio Comelli” Antonietta Maronati, il parroco di Pieve del Cairo Don Luca Discacciati.

Don Tarcisio Comelli

Don Tarcisio Comelli è nato il 5 febbraio 1932 a Gropello Cairoli (Pavia). Ordinato sacerdote dal Vescovo della Diocesi di Vigevano mons. Luigi Barbero nel 1957, visse da subito il suo impegno sacerdotale a servizio dei giovani, dando inizio all’esperienza di Gioventù Studentesca da cui nascerà la Comunità di S. Maria del Popolo. A lungo insegnante di religione presso il Liceo Cairoli di Vigevano, dal 1991 al 2000 fu nominato Vicario Episcopale per la Pastorale dal Vescovo Mons. Giovanni Locatelli, impegno che affiancò l’incarico di Direttore Spirituale del Seminario. Don Comelli è morto a Vigevano 10 anni fa, il 24 settembre 2003.



L'autore

Cesare Vietti, giornalista e scrittore, ha pubblicato alcuni libri legati a personaggi vigevanesi:
- la storia di Piero Buscaglia, unico calciatore vigevanese che ha vestito la maglia azzurra della nazionale di calcio
- la storia della nascita e della crescita di Life, fondata da Linuccia Firpo e dal professor Pietro Gallotti, associazione attiva sul territorio nell'opera di prevenzione dei tumori nelle donne
- la storia di Vito Pallavicini, l'indimenticato autore di numerosissime canzoni della musica leggera italiana, scritta a quattro mani con Sergio Calabrese
- cinque libri in cui si raccontano i momenti più intensi della nascita e della crescita di suo figlio Gabriele, affetto dalla sindrome di down.
Oggi Cesare Vietti è giornalista presso la testata “L'Araldo Lomellino”, edito dalla diocesi di Vigevano

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22/9/2013 - ore 9:00 intera mattinata - Auditorium San Dionigi di Vigevano

"Manovre disostruzione pediatriche"

"Manovre disostruzione pediatriche"

Evento C.R.I.

Sono le notizie che nessuno vorrebbe leggere nella cronaca ma purtroppo oggi i giornali locali e non solo parlano delle tragico destino toccato ad un bimbo di poco più di due anni residente a Gravellona Lomellina morto soffocato da un boccone di cibo. Episodio analogo è accaduto anche pochi giorni fa ad un altro bambino a Bari in Puglia.

I numeri asettici delle statistiche purtroppo parlano chiaro e dicono che ogni anno in Italia muoiono per soffocamento accidentale circa 50 bambini.

Quello del soffocamento a causa dell'ostruzione delle vie aeree dovuta ad un corpo estraneo e delle manovre da eseguire in casi simili per scongiurare conseguenze irreparabili, è un tema che pochi giorni fa è stato anche trattato dall'autorevole programma di divulgazione scientifica "Superquark" in onda su RaiUno che ha proposto un servizio dedicato a questo tema e alle manovre di disostruzione che è necessario mettere in atto in tali situazioni critiche. La Croce Rossa Italiana da alcuni anni è promotrice di una campagna specifica affinché la conoscenza e la pratica delle cosiddette "manovre di disostruzione pediatrica" sia la più diffusa possibile e a tal fine organizza attraverso l'attività dei Comitati C.R.I. in tutto il territorio nazionale incontri e lezioni su questo tema aperti a tutti.

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22/9/2013 - ore 17:00 - Auditorium San Dionigi di Vigevano

Mantice armonico | Strumento moderno dall'aria antica

Mantice armonico | Strumento moderno dall'aria antica

Fisarmonica: Nadio Marenco

L'intenzione del concerto è di presentare la fisarmonica sotto tutti i punti di vista che l'hanno resa popolare.
Dalla musica folk alle colonne sonore, musica contemporanea, trascrizioni... in tango...

Musiche di: Bobic, Piazzolla, Cage, Kachaturian, Lecuona, Marenco


Nadio Marenco
Nato a Savona si avvicina sin dalla tenera età di sei anni alla musica, iniziando a conoscere la fisarmonica con il Maestro Roger Spinetta. La sua formazione musicale si é poi arricchita più avanti negli anni con l'incontro della professoressa Eugenia Marini e il professor Sergio Scappini (insegnante di fisarmonica del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano e Fisarmonicista dell'Orchestra del Teatro alla Scala di Milano).

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26/9/2013 - ore 21:00 - Auditorium San Dionigi di Vigevano

"L'ultima cima" le ragioni della fede in un film

"L'ultima cima" le ragioni della fede in un film

Proiezione del film-documentario
“L'ultima cima”, di Juan Manuel Cotelo

Privo del sostegno di case di produzione e distribuzione, e senza spendere neanche un euro in pubblicità, “L’ultima cima” si è diffuso nei cinema spagnoli a macchia d’olio grazie al passaparola. Uscito in sole quattro sale a Madrid, nel giro di dieci giorni era già presente in ottanta sale e, dopo altre due settimane, veniva proiettato in 168 cinema in tutta la Spagna, dove nel 2011 ha vinto il premio del Cinema Writers Circle Awards per il miglior documentario.

Per don Pablo Domínguez, che amava così tanto la montagna da definirla “un’anticamera del Cielo”, l’ultima cima è stata quella del Moncayo – l’unica vetta che gli restava da conquistare del sistema Iberico. In quell’ultima escursione, infatti, don Pablo ha incontrato “sorella morte”.

Quando nel 2009 apprese dal telegiornale la notizia della sua morte, il regista Juan Manuel Cotelo rimase colpito: solo pochi giorni prima, infatti, aveva conosciuto don Pablo, al termine di una sua conferenza (il sacerdote insegnava alla facoltà di teologia di San Dámaso, a Madrid), e aveva chiacchierato con lui per pochi minuti. Un incontro avvenuto quasi controvoglia, che Cotelo aveva accettato più che altro per vincere l’insistenza di un amico che continuava a ripetergli: “Devi assolutamente conoscere don Pablo”. La notizia di quella morte improvvisa spinse Cotelo a riguardare il filmato della conferenza, un intervento in cui don Pablo, con uno stile accattivante, parlava del rapporto tra l’uomo e Dio e della “ragionevolezza della fede”.

L’ultima cima parla di questo, della “ragionevolezza della fede”, attraverso il ritratto di un sacerdote che era innanzitutto – e a volte i mass media tendono a dimenticarlo, quando parlano della Chiesa – un uomo. Il documentario è incorniciato dalle parole del regista che presenta la figura atipica, nella sua normalità (è un paradosso, ce ne rendiamo conto), di un sacerdote che semplicemente ha preso sul serio la sua missione; un uomo talmente innamorato di Cristo da essere di conseguenza amante ardente delle necessità e delle fragilità di qualunque essere umano. Nelle interviste, il regista ha raccontato la sua avventura dello spirito e come da cristiano tiepido si sia riappassionato alla vita di fede, proprio grazie alla scoperta di questa figura. “Ero cristiano da sempre – ha raccontato – ma era come se vivessi in cima alle Dolomiti, chiuso nel rifugio di montagna senza mai mettere il naso fuori”. Fondamentale, la differenza tra adesione e conversione: “Se conoscere don Pablo ha provocato in me questo cambiamento, ho pensato che girare un film su di lui potesse avere lo stesso effetto positivo sugli altri”.

Per farlo, Cotelo ha raccolto testimonianze e racconti di quanti hanno avuto a che fare con lui (al suo funerale erano presenti tremila persone, tra cui ventisei vescovi), e ne sono stati colpiti, amati, raggiunti fino nei bisogni più intimi del proprio cuore. Non ne emerge un santino, un’oleografia, né tanto meno un ritratto etereo o spiritualista. “Per credere in Dio – diceva sempre don Pablo – bisogna usare la testa”. Tutto, nel film, parla della semplicità di un incontro, della convenienza della fede, della gioiosa familiarità con Cristo, una familiarità che arrivava fino all’abbraccio della croce (don Pablo aveva problemi cardiaci e due ernie: in sette anni era stato ricoverato in ospedale una quarantina di volte, senza che questo fosse un impedimento a donarsi completamente agli altri). Soprattutto, si parla della disarmante semplicità con cui ognuno di noi può incontrare Cristo nelle circostanze della propria vita. Don Pablo era senz’altro un uomo carismatico, che entrava facilmente in empatia con le persone, ma il documentario è chiaro nel dichiarare che non bisogna possedere doti uniche e particolari per svolgere correttamente la propria missione pastorale. Insomma, è l’essere prete – questo il senso del film – che ha consentito a don Pablo di usare il proprio carisma, e non il contrario. Quando in una trasmissione radiofonica gli chiesero di mettere in ordine d’importanza le sue qualifiche tra: “sacerdote, teologo, filosofo”, don Pablo rispose, “sacerdote, sacerdote, sacerdote”.

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29/9/2013 - ore 17:00 - Auditorium San Dionigi di Vigevano

Klavierquintett “In Crescendo”

Klavierquintett “In Crescendo”

Appuntamenti musicali della Fondazione di Piacenza e Vigevano 2013

Violini: Elena D’Angelo, Giorgio Medici
Viola: Francesco Caputo
Violoncello: Valentina Medici
Pianoforte: Marta Medici
Musiche di F.J. Haydn, A. Dvorak

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